Ordinazione Presbiterale don Orazio Tornabene

Erano le 19,15 circa del 28 ottobre scorso quando si sono spiegate a festa le campane della Basilica di Aci S. Filippo. E a ragione! Perché proprio in quell’ora il Vescovo portava a termine la preghiera consacratoria e il giovane Orazio Tornabene, figlio della comunità parrocchiale “S. Filippo d’Agira”, diventava sacerdote. Una grande gioia, dunque, per la parrocchia, per la sua famiglia, per il Seminario e per tutta la Chiesa che loda e ringrazia il suo Signore perché non fa mancare gli operai del Vangelo di cui ha bisogno.

Don Orazio ha 32 anni. È cresciuto in parrocchia, dove è stato inserito in tanti gruppi (l’Azione cattolica, il coro, l’oratorio, i ministranti). Dopo la maggiore età decide di prestare servizio nell’esercito, dove rimane tre anni. Il tempo passato sotto le armi si è rivelato utilissimo per discernere la vocazione. Con l’aiuto del cappellano militare e grazie alla preghiera, Orazio ha capito che la sua strada era un’altra e c’erano altre armi da impugnare…: il vangelo e il crocifisso. Così, interrotta la carriera militare, nel 2008 fa il suo ingresso nella comunità propedeutica del Seminario e dopo sei anni di formazione eccolo giunto all’ordinazione sacerdotale.

Il rito è stato presieduto dal Vescovo Mons. Antonino Raspanti, alla presenza di un nutrito gruppo di sacerdoti e di tanti fedeli che hanno assiepato la Basilica. Nell’omelia dell’ordinazione il Vescovo ha parlato della sacramentalità della Chiesa e ha voluto ricordare all’ordinando che tutta la sua vita, nel complesso delle sue attività, emozioni, azioni e progetti, sarà abitata dalla grazia di Dio e proprio per questo motivo l’umanità del prete è il “luogo sacramentale” in cui traspare la presenza di Cristo e la sua grazia.

Quindi il rito si è svolto con l’imposizione delle mani – il gesto antico con il quale si trasmette l’ordine sacro – da parte del Vescovo e poi dei sacerdoti concelebranti. A seguire i riti esplicativi: la vestizione degli abiti sacerdotali, l’unzione delle mani con il crisma e la consegna della patena e del calice. Fino all’abbraccio di pace, durante il quale la commozione si scioglie nel saluto fraterno con il quale i sacerdoti accolgono il novello presbitero.

Al termine della messa don Orazio ha preso in prestito le parole di San Francesco per lodare Dio e ringraziare tutti coloro (tanti!) che hanno contribuito alla sua formazione.

Ora don Orazio è atteso dalla sua prima “missione”. Il Vescovo l’ha inviato nella parrocchia “S. Maria Assunta” di Randazzo a svolgere il compito di vicario parrocchiale. Intanto avrà modo di portare a termine la licenza in teologia, indirizzo morale, allo Studio teologico S. Paolo di Catania. Con la vivacità, l’intraprendenza e la spontaneità che lo contraddistinguono saprà muovere i suoi primi passi e incamminarsi verso un fecondo ministero sacerdotale.

don Alfio Privitera